Il Pane Sardo

Il Pane Sardo

Il Pane Sardo

In Sardegna, terra ricche di espressioni diverse, dove i dialetti sono differenti, e i canti, i balli, i costumi. Anche il pane sardo segue la tradizione e si present, quindi, in forme diverse: ne esistono infatti circa 200 tipi. Varia di nome, di forma e di colore, e muta di paese in paese, ma è sempre bianchissimo e si conserva bene per molti giorni. C’è lu pani Grossu e lu pani fini, il lottura ed il pizzos della Planargia, il civrarxiu nel Campidano; il chibarzu nel Logudoro; il chiaru nel nuorese. Poi lu coccu gallurese, la spianata, la carta da musica, il pan e scetti, il pan e simula, il pane carasau, il pane frattau.

La tipologia del pane sardo è legata essenzialmente a situazioni economico-sociali esistenziali dei sardi, al paese ed alla vita stanziale o pastorale, al casato ed alle solennità familiari, alle festività del calendario isolano, alle situazioni di circostanza.
Le forme tradizionali più caratteristiche sono quelle decorative, come quelle plastiche dei bronzetti nuragici, ed assumono la foggia di galletti, barchette, ometti o figure di donna, di fiori e di animali. Particolarmente interessanti le figure muliebri, che apertamente si collegano alla figura di Artemide efesina, conosciuta in tutte le terre del mediterraneo, alla Dea Mater e quindi al culto del principio femminile della generatrice di vita.

Il pane sardo racconta all’ascoltatore attento e riflette anche la sovrapposizione nel passare dei secoli di antichi cicli di culture, di influenze storiche più diverse. E’ perciò il pane di tutto il continente europeo, ed anche dell’altra parte del mare mediterraneo, nel cui bacino fiorirono civiltà e stirpi e genti più remote.
I commercianti stranieri, i guerrieri punici, fenici, romani, turchi, greci, che geneticamente non avevano niente in comune se non la volontà di potenza, hanno portato nella nostra terra il loro pane ed i sardi, che invece non hanno mai lasciato l’isola per conquistare altre terre lontane ma hanno usato le armi soltanto per difendersi, hanno a loro volt, offerto il proprio pane, icona e messaggio di pace e di ospitalità per tutti gli invasori.

Ad Arzachena è stato inaugurato in via Tenente Sanna il Museo del Pane “La caseddha di Lu Furru”

Il pane Sardo: C'è lu pani Grossu,lu fini, il civrarxiu, il chibarzu, il chiaru, lu coccu, la spianata, la carta da musica,il pane carasau, il pane frattau.
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